domenica, ottobre 12, 2008

La Sinistra si riprende le piazze

























di Frida Nacinovich (Liberazione 11/10/08)
Foto di Giacomo Saviozzi


Non ci credono, guardano la marea umana che li circonda e pensano di sognare. Ma non è un sogno. "Siamo tanti". Lo dice la moglie al marito, il fidanzato alla fidanzata, l'amico all'amico. Tanti, tanti davvero, la conferma arriva da una fonte indipendente, il giovane cameriere indaffarato ai tavoli del bar all'angolo di via Cavour. Lui non ha un attimo di respiro, i clienti piovono come gocce d'acqua in un temporale estivo. Alle due del pomeriggio piazza della Repubblica è già piena, le donne e gli uomini della variegata sinistra italiana sono stati puntuali. Uno spettacolo colorato da migliaia di bandiere rosse, quasi tutte impreziosite da una falce e da un martello. Un simbolo, certo. Un simbolo di quelli forti, che fanno discutere, appassionare, anche litigare. Di quelli che però non passano mai di moda. Perché non passano di moda le disuguaglianze. Red pride, oggi non è lo spot del Campari. Credevano di essere morti perché non ci sono più i loro rappresentanti in Parlamento, ma la vita continua anche fuori dal Parlamento. Sarebbero da studiare i comportamenti dei singoli nel rapporto con la loro piccola, amata bandiera. C'è chi la esibisce come un segno distintivo, tifosi che non nascondono la loro fede. C'è chi la sventola orgogliosamente. C'è chi ci si avvolge come fosse una coperta di Linus. C'è chi non ce l'ha ma è contento che ce ne siano tante intorno a lui. Bandiere, bandiere di tutti i tipi: tascabili, classiche, extralarge. Bandiere, bandiere e simboli: Rifondazione comunista, Comunisti italiani, Cgil, Verdi, Sinistra democratica, anche tanti arcobaleni della pace che sono sempre un bel vedere.
Rifondazione c'è. Il congresso di Chianciano è finito, non tutti sono andati in pace ma tutti sono venuti in piazza. E sono tanti, tantissimi. Arrivati a Roma da ogni parte d'Italia, in treno, in pullman, con le navi. Il partito non è liquido, per certo non lo è quello che sfila da piazza della Repubblica a Bocca della verità, percorrendo tutta via Cavour, costeggiando il Colosseo e il Circo Massimo. Una mini-maratona sotto un sole estivo. Contro il governo e Confindustria, dietro uno striscione rosso che dice: "L'opposizione è nelle nostre mani. Un'altra politica per un'altra Italia". Un'altra Italia, quella bandita dai telegiornali delle tv, che raccontano un'altra storia. Non si rendono conto di una città - e che città - invasa da un popolo e dalle sue bandiere rosse. Un fiume rosso unito, dove portati dalla corrente ci sono bambini felici che con i loro genitori contestano civilmente la "riforma" della scuola. Poi gli operai delle fabbriche che rischiano ogni settimana la cassa integrazione, i precari che non hanno nemmeno ammortizzatori sociali a cui aggrapparsi. I ragazzi e le ragazze che in mezzo a mille problemi continuano a studiare senza sapere cosa riserverà loro il futuro. Un popolo preoccupato, dolente, che però oggi canta e balla, spinto dall'orgoglio di esistere ancora. Ed è qui perché crede di poter cambiare le cose. Bandiera rossa, la trionferà.
Accalcati in testa al corteo ci sono gli europarlamentari di Rifondazione, Vittorio Agnoletto e Roberto Musacchio, la portavoce dei Verdi Grazia Francescato e Paolo Ferrero. Il segretario del Prc è felice. " finita la ritirata - dice - dopo mesi di conflitti e congressi. Qui c'è l'opposizione di sinistra al governo Berlusconi". I camion musicali procedono a stento circondati da ragazzi e ragazze che ondeggiano a ritmo della musica. Ballano per dire che "sono contro la distruzione della scuola pubblica, contro un modello di lavoro che inneggia al precariato, contro la politica fatta a misura e a piacimento del premier". E sono a favore invece di un'opposizione di sinistra radicale e soprattutto unita. Unita e plurale. Arriva anche questa richiesta: forte, chiara, elementare. "Vorrei lanciare qui il coordinamento di tutte le opposizioni della sinistra - spiega Ferrero - delle forze sociali e politiche. Inutile parlare di costituente, questa è l'unica proposta unitaria percorribile". Nel mezzo del corteo c'è Nichi Vendola, il presidente regionale pugliese ufficializza la nascita dell'associazione per la sinistra. "Nella culla di questa manifestazione nasce l'associazione politico culturale "Per la sinistra" che cerca di aiutare la riflessione su come sia importante ricostruire un blocco sociale, un popolo con un vocabolario della sinistra". Anche questa è Rifondazione, anche questa è la sinistra italiana, rappresentata ad esempio dai giornalisti del "Manifesto" imbavagliati per protestare contro la decisione del governo di trasformare un diritto in una concessione, un'elemosina. Il quotidiano comunista vuole vivere, la sinistra è ancora viva. Buon segno, per tutti. "Una grossa manifestazione - commenta soddisfatto Claudio Grassi - un primo segnale importante dopo la sconfitta del 13 e 14 aprile. C'è una sinistra che vuole riorganizzarsi per dare vita ad una opposizione sociale e politica non soltanto al governo Berlusconi, ma anche alla Confindustria". Alle sette di sera un bel pezzo di corteo è ancora fermo al punto di partenza. Si parlano tutti i dialetti del paese e anche quelli di chi in Italia è arrivato per lavorare e sfuggire alla miseria. Le tante associazioni che sfilano orgogliose - perché questa manifestazione l'hanno organizzata loro, non dimentichiamolo - raccontano dal palco dei troppi diritti calpestati in quello che una volta era il belpaese. Foto di gruppo, senza direttori d'orchestra. Bene così, una sinistra unita e plurale. Con i segretari dei quattro partiti extraparlamentari che si confondono insieme ai portavoce di associazioni, reti e movimenti. In fila prima di entrare nel tunnel della metropolitana, da un gruppo parte il coro "Avanti popolo". Avanti.

giovedì, ottobre 02, 2008

Roberta Bertozzi

Nel 1880 Evariste-Vital Luminais dipinse un quadro intitolato Les énervés de Jumièges. La tela ritrae due giovani distesi su una barca, avvolti in una coperta e con le caviglie fasciate; sulla prua un piccolo altarino funerario con una bugia accesa. Secondo la leggenda che sta a matrice dell’opera i due figli del re Clodoveo II, colpevoli di aver tramato contro il padre, furono puniti con la bruciatura dei tendini delle gambe e abbandonati su una zattera alla deriva lungo la Senna. Nel suo significato primario il termine “snervato” indicava qualcuno a cui erano stati tolti o tagliati i nervi, diventando così apatico, incapace di reazione. Nella disciplina della macellazione l’enervazione consiste nella recisione del midollo spinale, prassi idonea a provocare più velocemente la morte degli animali.

Gli enervati di Jumièges
da (I. la manifattura)

Nel letto del fiume, nella venatura,

dove s’intorbida

il linguaggio mai sperimentato
e quello che avremmo potuto farne,
prendere il bivio dallo stesso
collo d’utero:

«Amnios, ti dico, e prima un sodo

che non c’è un paragone! (ti tiro per i polsi
e curvi e vieni senza frenare)

Poi il gran decollo… la vasca rotta…
poi non me lo ricordo…»

La glicerina sull’acquitrino e tu adagio
(sollevi la testa, fai perno sul fianco) vieni
e dilania il tendine, la postura
cede alla corrente come un nastro – riavvolta
la pellicola del tempo.

Così l’oblio, così è regolare
letargia
questa sequenza senza congedo:
nasce l’uomo che non è ancora chiaro
e così continua nel nastro – nel sogno io
che disciolto in acqua risalivo
in negativo il rigagnolo di amnios
a ritroso l’antibiotico e fermavo il seme
prima del suo farsi segno.

L’alba, per qualche istante si fruga l’incisione
le dita spulciano la patria prima
di separazione – usi le forbici

come il patto di chiarezza di un film in bianco e nero
(per qualche istante al giorno
il tuo colore ha stanchezza di portare
l’intero della luce)

ripassiamo per l’affilatura

la lama, un tornio

«Ti faccio male così?»

Premuta sul mantello della carne cedi
all’apnea, ruoti in altra anticamera,
per il traino
i tendini-vettori spingono la freccia,
l’urlo, il falco

(nella tua trasfigurazione l’orbita sfitta

dell’oppio) «Ti fa bene…
sta fermo… prendilo tutto…»
l’alba, il flusso idrofilo del fiume,

il sangue a fiotto.

Il coltello scava le sue urne di piacere
e ti storce l’occhio
a quel cielo impraticabile in fronte
giurisdizione
di argille smottate
per San Lorenzo infiammato
non rubato spazio – arco

(tu che riprendi la catena

la tua manifattura)
solido dolore – confezione
claustrum
senza passione.


Roberta Bertozzi è nata a Cesena nel 1972. Collabora con il mensile “Poesia” e con diverse riviste letterarie. Ha pubblicato la raccolta di poesie Il rituale della neve (Raffaelli, Rimini 2003) e, per lo stesso editore, nel 2004 la plaquette levatrice. Nel 2007 per la casa editrice peQuod di Ancona è uscito il libro di poesia Gli enervati di Jumièges. La sua attività critica e poetica è archiviata sul sito http://www.interno38.it/


Alberobello (Bari) Cosma e Damiano

Solenni e imponenti sono i festeggiamenti che si tengono dal 24 al 28 settembre ad Alberobello per i santi taumaturghi Cosma e Damiano. I santi erano d’origine araba e in Cilicia praticavano, sempre con risultati sorprendenti, operazioni chirurgiche molto ardite. Sembra abbiano effettuato il primo trapianto di una gamba da donatore defunto. Riuscirono a convertire mote persone al Cristianesimo, provocando l’ira di Diocleziano che nel IV secolo governava la Cilicia. Diocleziano ordinò la decapitazione dei due medici. Nell’Italia meridionale il culto per Cosma e Damiano fu introdotto dai monaci brasiliani- provenienti dai Balcani da dove erano fuggiti per evitare le lotte iconoclastiche – nell’VIII sec. edificarono molti templi in onore dei Ss. Medici. Ad Alberobello, la devozione risale al XVII sec. ai tempi di Isabella Filomarino, moglie di Girolamo Acquaviva d’Aragona, conte di Conversano. Per grazia ricevuta la nobildonna fece edificare una chiesa in onore dei due santi taumaturghi. Da allora ogni anno il paese si veste a festa per onorare i santi e divertirsi insieme nella piazza del paese. Una sagra della Carne al fornello, fuochi d'artificio, luminarie per le vie del paese, la banda in concerto, i pellegrini che giungono a piedi dai paesi vicini e, per concludere, alle 2.00 di notte tutti a mangiare la carne al fornello preparata direttamente dalle macellerie. Un mare di gente e di tradizione.



























chiavediSvolta inaugura cdsEDITIONS, con sede a Parigi
e un sito internet autonomo;
un'équipe franco-italiana di quattro fotografi e due cameraman è in partenza da parigi per alberobello (BA) per la realizzazione di LIGHTS OVER. luci artificiali, il secondo volume di cRiStaLLi LiqUiDi, collana di prodotti multimediali.
il progetto, finanziato dalla Regione Puglia, e realizzato in collaborazione con Toggle Production, è una rielaborazione artistica (teatrale, fotografica e video) delle tradizionali luminare delle feste popolari pugliesi.