martedì, settembre 23, 2008

Palio di Pomarance






























Pochi conoscono il Palio di Pomarance. Alla parola Palio tutti associano immagini di gare tra cavalli, "tra ciuchi", gare con le botti e tutto quello che una riscoperta delle tradizioni popolari offre nel panorama toscano. Nel Palio di Pomarance, invece, la dimensione agonistica riguarda il teatro (il Palio è un'opera d'arte, un "cencio" dipinto o un'opera in legno od altri materiali, commissionato ad un artista locale e costituisce il premio di questa singolare manifestazione).


Il Palio di Pomarance, comune della provincia di Pisa, non si può definire ne spiegare. Utilizzare una formula sintetica come "una gara tra rappresentazioni teatrali" per classificarlo, sarebbe come ridurre il Palio di Siena ad una corsa di cavalli. Possiamo limitarci a descrivere (operazione altrettanto difficile ma forse più efficace) ciò che accade ogni anno in questo paese della Val di Cecina la seconda domenica di settembre.

"La "veste festiva" del paese è la stessa assunta dai paesi del "recupero delle tradizioni" (quelli dei "ciuchi", delle botti e delle balestre): bandiere e scudi colorati sono appesi alle finestre ed agli alberi del paese. La domenica mattina, in particolare, si ha la sensazione di osservare un formicaio: quello che si può percepire da fuori e solo un'idea del lavorio sottostante, di quello che avviene o è avvenuto prima.

Nel primo pomeriggio la piazza principale del paese, dove si trova il palazzo comunale, comincia a riempirsi. Si avverte da lontano un suono di tamburi che si articola, man mano che si avvicina, in marce che scandiscono il passo di figuranti in costume rinascimentale.

Tale gruppo di figuranti viene definito "rappresentativa del rione" (infatti i costumi presentano i colori ed il simbolo del rione: il bianco-verde e l'aquila del Paese Novo, il giallo-blu ed il marzocco del Marzocco, il giallo-rosso e la rosa dei venti del Centro, l' arancio nero ed il gelso per il Gelso) ed è composto da paggetti, alfieri, un alfiere maggiore, chiarine, tamburi, una dama, un cavaliere, priori, podestà.I costumi, realizzati interamente dalle donne di ogni rione su modelli di famose sartorie, sono di proprietà della contrada.

La prima parte della sfilata (così viene definita la presentazione dei costumi per le strade del paese), quindi, non si discosta dal "recupero delle tradizioni" ed evoca un passato in cui il Palio era una realtà agonistica ancora attiva. Accanto a personaggi in costume, però, si vedono sfilare personaggi con costumi di epoche storiche diverse o costumi allegorici e carnevaleschi.

La seconda parte della sfilata, infatti, è costituita dai personaggi della rappresentazione teatrale. Giungiamo in un vecchio campo sportivo (il "Piazzone") dove sono stati eretti quattro palchi, come nel Castello della Perseveranza. A turno, le comparse che hanno sfilato danno vita a quattro rappresentazioni (della durata massima di 35 minuti ciascuna). Il vecchio Piazzone si trasforma in un grande teatro all'aperto, che ha come sfondo colline etrusche.

Una giuria, i cui membri provengono da tutta la Toscana e sono stati rigorosamente selezionati dal presidente super partes della Pro Loco (l'identità dei membri della giuria verrà rivelata solamente il giorno del Palio), alla fine delle rappresentazioni esprime il proprio giudizio (attribuendo una votazione da O a 6 alle varie voci contemplate nella scheda: idea, sfilata, costumi, scenografia, realizzazione dell'idea, musiche, regia), ed affida le schede votate alle forze dell'ordine. Alle 21 i Carabinieri portano nella Sala del Consiglio Comunale le buste contenenti le schede (una delle quali verrà distrutta) ed il Sindaco, i quattro Capitani delle contrade e il Presidente della Pro Loco provvedono allo spoglio. Sommando i voti ottenuti, si decreta la contrada vincitrice. Il Sindaco si reca nel Piazzone dove i contradaioli attendono fremendo, davanti alla scenografìa del proprio rione. Al momento della proclamazione la contrada vincente esplode in salti, urla, lacrime abbracci, alcuni salgono sulle gradinate delle tribune per prendere il Palio e portarlo in giro per le strade del paese sventolando le bandiere del rione e lanciando cori contro le contrade nemiche. II rione vincente festeggerà con una cena, la cui vittima sacrificale è divenuta un albero di bronzo che si trova davanti al Municipio e che viene addobbato con i colori della contrada.

(Testo tratto dal sito del comune di Pomarance)


Quest'anno per la seconda volta da quando abito in Val di Cecina mi sono ritrovato a seguire il Palio di Pomarance. Ho seguito soltanto un rione. Il Paese Nuovo di cui regista era l'amico e artista Enrico Patani.

Per anni avevo considerato il Palio una sciocchezza, a torto, perché, se pur nella modestia del contesto e dell'organizzazione è un evento interessante. Un paese che per giorni e giorni si ritrova a costruire e a mettere in scena una rappresentazione teatrale partendo dalla stesura del testo, dalla costruzione delle scenografie, dei costumi e infine degli effetti speciali. Un vero laboratorio teatrale. Haimè però poco conosciuto al di fuori dei piccoli confini territoriali. Colpa sicuramente dell'isolamento geografico della Val di Cecina ma sicuramente anche colpa del modo provinciale dell'amministrazione comunale di promuovere gli eventi. Ancora si parla di "antico palio delle contrade", "colpi" di teatro, depliants in fotocopia o poco più. I giurati che decretano i vincitori del "palio" raccattati all'ultimo minuto privi di competenza e con una cultura teatrale reumatica. Peccato perché in un aria geografica depressa un evento del genere non solo catalizzerebbe l'attenzione di molti più spettatori ma valorizzerebbe luoghi e cultura.

Io vi propongo poche foto scattate la domenica "all'interno" del rione "Pese nuovo" volti e gesta dei contradaioli. Inoltre per "respirare un po' d'aria di Palio, tra goliardia e folclore vi rimando ad un articolo dell'amico Alessio Franchi, regista dello spettacolo messo in scena dal rione "Gelso" "Addio, o palio"


venerdì, settembre 19, 2008


Dopo otto numeri, dedicati ai temi più importanti della società contemporanea in cui viviamo, analizzati da saggi e da interventi di importanti artisti, la rivista apre la seconda serie con un numero dedicato ai problemi della sicurezza, che i mezzi di informazione si adoperano per far sì che divenga la fonte di ansia principale, sopravanzata invece nella realtà dall'insicurezza vera, quella economica. È facile capire che la ragione di questa mistificazione sia quella di eclissare il disagio economico indotto ed accentuato dal sistema neomercantile. In tutto il mondo attraverso l'uso della minaccia della sicurezza si realizza il controllo economico e politico sulle masse, comprimendone i bisogni primari di felicità e aspettative di vita e inducendo invece bisogni e consumi dettati da esigenze dei gruppi dominanti.

Sommario degli articoli:

  • Saverio Craparo, I delitti del semaforo rosso
  • GIUSEPPE PANELLA, Insecuritas. La realtà della paura diffusa e il mito della sicurezza
  • ADEL JABBAR, Immigrazione: inserimento subalterno e retorica securitaria
  • NOAM CHOMSKY, Sicurezza sociale: una crisi che non c'è
  • ANDREA BELLUCCI, La pericolosa costruzione di un'identità
  • PER ALTERNATIVE LIBERTAIRE SÉBASTIEN, Il delirio securitario
  • UN SALUTO A FRANCO
  • FRANCESCO CISARRI, Quale sicurezza
  • GIOVANNI CIMBALO, Criminalizzare per controllare

Poesie di BERTOLT BRECHT, JOSIP OSTI, JORGE ENRIQUE ADOUM.
Le fotografie di GIACOMO SAVIOZZI sono state scelte da ALESSANDRA BORSETTI VENIER.

mercoledì, settembre 10, 2008

Caroline Gallois

BIOGRAFIA:

http://www.carolinegallois.com/

Caroline Gallois, pittrice e incisore, franco-italiana, nata in Saigon, dipinge e fa mostre in Messico dal 1980 al 1986, a New York dal 1986 al 1996 dove studia l'incisione e vince numerosi premi . Ora vive e lavora a Firenze (Italia). La sua opera è presente in varie collezioni fra le quali il National Museum of Women in the Arts, Washington DC

Video intervista














immagini di: Giacomo Saviozzi Barbagianna agosto 2008


La Barbagianna

Casa per l'arte contemporanea

Alessandra Borsetti Venier- MORGANA EDIZIONI presenta le opere e abbecedari visivi di Caroline Gallois con testi di Diego Manca e Luciana Floris

" VOYELLES"

Inaugurazione 13 settembre 2008

17h

(6-31 ottobre 2008)

Come si arriva : La BARBAGIANNA è situata a 500 metri sulle colline di Pontassieve (FI). Da Firenze sud, seguite l'indicazione per Pontassieve e percorrete la via di Rosano oppure la via Aretina; dopo il Piazzale Ruffino, prima della Stazione ferroviaria di Pontassieve, sul lato sinistro c'è un grande piazzale con un parcheggio: seguite l'indicazione per Fattoria di Grignano e percorrete la via di Grignano sulla collina per circa 4 km . Arrivati al secondo cancello della Fattoria di Grignano, prendete la strada sterrata che dopo 50 metri e tra due cipressi entra nel bosco. Dopo circa 700 metri sarete arrivati.

venerdì, settembre 05, 2008


BIBILIOTECA COMUNALE DI PISA

Venerdì 3 ottobre 2008, ore 21

In occasione del trentesimo anniversario dall'approvazione della legge 180, detta Basaglia, presentazione del libro di Giacomo Saviozzi

L'interruttore del buio

Reportage fotografico a trent'anni dall'approvazione

della legge 180 all'interno degli ex manicomi

Saranno presenti
l’autore e il dott. Annibale Fanali


da lunedì 22 settembre ’08 MOSTRA FOTOGRAFICA
L’interruttore del buio


“Un giorno entrando in un ex manicomio, ho sentito il dolore, è come se le urla dei malati echeggiassero ancora tra gli stanzoni fatiscenti. Ho cominciato così ad ascoltare quelle urla, a raccontarle con la mia macchina fotografica. Pian piano che fotografavo le ho sentite più forti, ho palpato la sofferenza. Da questo cammino è nato il progetto di documentare ciò che della "follia" è rimasto, raccontare i luoghi i dolori, le sensazioni che incontravo nel mio cammino. “


Biblioteca comunale – Lung. G. Galilei, 42 tel. 050.910615-202


e.mail biblioteca@comune.pisa.it


COMUNICATO STAMPA
Mostra collettiva di fotografia
COLLETTIVO 180

Vasco ASCOLINI, Gianni BERENGO GARDIN, Giorgio BERGAMI,
Bruno CATTANI, Enzo CEI, Carla CERATI, Claudio ERNÈ,
Uliano LUCAS, Christian MARTINELLI, Giordano MORGANTI,
Giacomo SAVIOZZI, Giovanni SESIA, Massimo Stefanetti, Filippo URBINI

Curatore: Fabrizio Boggiano

Inaugurazione:

Giovedì 9 ottobre 2008 dalle ore 18.00 alle ore 24.00

Periodo: 9 ottobre – 30 novembre 2008

Sedi: VISION QUEST, Piazza Invrea 4 r, 16123 Genova

Ex o.p. di Quarto, Via G. Maggio, 6, Genova

Tel.: +39 339 7534993
+39 010 265629

Orario: mercoledì, giovedì, venerdì ore 15.30 - 19.30

sabato ore 10.00 - 12.30 / 15.30 -19.30

oppure su appuntamento (tel. +39 3397534993)

Catalogo: in galleria, bilingue (italiano/inglese), con testi di Fabrizio Boggiano e del Prof. Antonio Slavich, Edizioni VISION QUEST, Genova
Gli artisti saranno presenti all'inaugurazione

La Galleria VISION QUEST Contemporary Photography è lieta di inaugurare la stagione artistica 2008 - 2009 presentando la mostra collettiva di fotografia intitolata COLLETTIVO 180.

A trent’anni dall’approvazione della legge 180, detta anche "Legge Basaglia" dal nome dello psichiatra suo promotore, abbiamo sentito la necessità di realizzare una mostra che non fosse celebrativa ma, piuttosto, che potesse riaccendere l’attenzione su una tematica particolarmente importante quale è la salute mentale.

Gli anni Settanta sono stati il periodo più denso della nostra Repubblica, all’interno dei quali si sono dibattuti terrorismo, mafia, cattiva politica, ma anche ideali sociali nuovi e profonde battaglie civili, che condussero a importanti leggi dello Stato.

Oggi si vorrebbe dimenticare tutto e, tendenza ancora più grave, ridiscutere e ridimensionare proprio quelle leggi vanificando così l’importante percorso compiuto. Con questo spirito, pertanto, pensiamo di portare un piccolo, ma significativo contributo, finalizzato al recupero della memoria e alla consapevolezza di quanto alta debba essere mantenuta l’attenzione.

La mostra, pertanto, partirà proprio con le immagini storiche relative agli anni dal 1967 al 1970, quando, grazie a Franco Basaglia e ai suoi collaboratori, fu possibile, per alcuni, entrare negli ospedali psichiatrici e fotografare l'orrore esistente. Grazie a queste immagini crebbe l'attenzione per un universo fino a quel momento volutamente tenuto nascosto e molti fotografi iniziarono, e continuarono, a documentarne ogni aspetto.

Sono trascorsi ormai trent'anni dalla legge e quaranta dall'apertura dei primi reparti psichiatrici: molta strada è stata percorsa, ma molta di più è ancora quella che abbiamo innanzi.

Le fotografie esposte percorrono questo arco di tempo fissando l'attenzione su questo mondo sollecitando, soprattutto, una riflessione sulla situazione odierna, che rischia di retrocedere tragicamente e continuare a cadere nell'indifferenza e in una vergognosa speculazione.

Anche per questo motivo una sezione della mostra verrà esposta all'interno dell'ex Ospedale Psichiatrico di Quarto, sempre a Genova, alla quale si affiancheranno filmati, incontri ed eventi.

Uno di questi sarà una vera e propria mostra nella mostra ”Quarto Occhio!”: giovani fotografi, insieme al personale della struttura e ad alcuni degenti, riceveranno una macchina fotografica "usa e getta" (uguale per tutti) con la quale poter liberamente fotografare all'interno dell'ambiente. Una selezione verrà quindi esposta nell'ex Ospedale Psichiatrico e pubblicata sul catalogo della mostra. Tutto questo a dimostrazione di quanto sia importante abbattere ogni tipo di barriera combattendo, nello stesso tempo, chi vorrebbe nuovamente nascondere, agli occhi della società, le persone che soffrono di un disagio mentale.

Non sarà mai possibile, infatti, contrastare questa ormai pericolosa società dell'apparenza se, ogni volta, lasceremo calare le bende sugli occhi restando in silenzio.

Fabrizio Boggiano

VISION QUEST Contemporary Photography

Piazza Invrea 4r, 16123 Genova

Tel. 010 265629 - 3397534093 www.visionquest.it info@visionquest.it