martedì, giugno 19, 2007

L'interruttore del buio

venerdì, giugno 08, 2007

L'ultimo ospite del manicomio

















Il territorio della follia è luogo sacro.
Di lì passano i maggiori misteri che abitano l'essere umano, a volte qualche mistero sembra rivelarsi, sempre se ne avverte la presenza.
Nei vuoti delle tue immagini c'è, evidente, una traccia di mistero.
Il cosiddetto dopo Basaglia rischia di rivelare più la sua assenza che non
la realizzazione dei suoi progetti.
Ma ciò che maggiormente conta è che il Manicomio rimanga fuorilegge e che qualche zona si riveli esemplare nel ridare dignità a una malattia che
l'aveva completamente persa nel teorema assurdo se sei in grado di produrre sei sano, se non sei in grado di produrre sei malato

Ecco qua, un caro saluto. Silvano Agosti

lunedì, giugno 04, 2007

L'interruttore del buio



L’interruttore del buio

Un interruttore del buio ha “spento” l’uomo.

Nei corridoi tra urine, feci e dolore uomini con la paura del buio.

Un buio come un nulla.

L’istituzione totalizzante del manicomio ha annullato, ha spento, un po’ come un interruttore migliaia di persone. La logorante e involutiva vita del manicomio, con i suoi ritmi sempre uguali, anonimi, amorfi e ritualizzati è stata fino al 1978 anno dell’approvazione della Legge 180 detta Basaglia una sorta di lager dove il malato mentale veniva confinato lontano da tutti.

Gli veniva tolto ogni forma di dignità, di contatto umano. I rapporti con l’esterno non erano più possibili, grate, sbarre, reti, dividevano il “normale” dal matto.

Adesso a distanza di trent’anni, quelle strutture ormai fatiscenti trasudano ancora le lacrime, le urla strazianti placate dalle inumane terapie elettriche.

Tra mura screpolate, finestre in frantumi, resti di passato, di vite, ho intrapreso un viaggio fotografico alla riscoperta di una verità molto spesso sottaciuta, una verità che la mia generazione non ha vissuto.

Per non dimenticare, perché i fatti non si ripetano, in un silenzio assordante ho fermato il tempo con la mia macchina fotografica.

Ho ripercorso strade, ho passeggiato tra stanzoni, negli stessi corridoi.

Ho guardato con nuovi occhi, quelle mura screpolate e vi ho letto le vite.

Tra le pagine del graffito di Oreste Nannetti, a Volterra, tra le porte blindate dell’O.p.g. di Reggio Emilia, passeggiando tra le pagine delle “Libere donne di Magliano” del Prof. Tobino a Maggiano Lucca, oppure tra li scorci di mare a Pratozanino. Ho catturato la luce affinchè “l’interruttore del buio” non possa più spengerla.

G.Saviozzi

sabato, giugno 02, 2007

Miei quadri

da ragazzino ho avuto la pretesa di voler dipingere.
Per caso oggi mi sono capitate delle foto di alcuni "quadri"
Le ho pubblicate.
Ho fatto bene a smettere visto i risultati che ottenevo, mi sono dedicato alla fotografia, e spero che i risultati siano meglio.

Il mio professore di disegno mi diceva: "Saviozzi: fa schifo al suino" aveva ragione!






venerdì, giugno 01, 2007