venerdì, febbraio 21, 2014

lettura immagini: Giordano Proietti


Per me la "lettura" delle fotografie altrui è sempre stata un momento di riflessione non solo sull'immagine che mi viene proposta ma in particolare sul modo di guardare, osservare la fotografia. Un modo per capire le mie immagini attraverso quelle degli altri.


Guardo con piacere questa foto di Giordano Proietti perché mi ritrovo a dover "scoprire" particolari, oggetti che la compongono. 
Osservo uno skate ( o qualcosa di simile) che con il mosso rimanda immediatamente alla "frenesia" all'idea del precario, e perché no anche all'ignoto di cio' che sta per accadere. Ci si sofferma ad osservare con una certa apprensione gli eventi: è solo? sta cadendo giù seguito dal "ragazzino"? o è soltanto "medium" del l'incedere? Il "movimento" della scalinata, quasi a chiocciola, mi ricorda l'idea "noir" di certi films d'autore. Personalmente avrei contrastato di più e avrei scelto un punto di ripresa da molto più basso. Avrei tenuto al minimo d'altezza lo stativo ( perché immagino, visto i tempi lunghi di ripresa, che ha usato il cavalletto) addirittura avrei provato a immaginarmi una ripresa raso terra. Ma cio', è cio' che avrei fatto io e poco importa. 
Il BeN da forza spesso alle immagini altre volte invece crea un certo "disorientamento". In questo caso poteva anche starci il colore, magari "lavorato" a restituire emozioni. Chiudere molto l'obiettivo per ottenere tempi di posa lunghi, secondo me, ha penalizzato la messa a fuoco rendendo fin troppo nitida la scala e il la sua "via di fuga" forse a fuoco sarebbero bastati gli scalini appena dopo la curva, che ne so la prima panchina. Un contrasto tra moto "frenetico" e "stabilita" "immobilità" dell'attesa. Nel complesso trovo la foto interessante più per un discorso "semantico" che tecnico. Le alte luci, e il punto di ripresa non rendono a mio avviso giustizia ad un "messaggio" interessante. 

Giacomo Saviozzi

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