domenica, gennaio 14, 2007

Pena di morte

Molto spesso si parla di pena di morte e siccome qualcuno inneggia alll'utilità, soprattutto dopo fatti eclatanti.
sono profondamente contro la pena di morte, pur non essendo religioso.


Credo che la sua abolizione sia una conquista di civiltà.
Siccome molti di quelli che la vorebbero non sanno quali sono i metodi con cui viene ucciso il condannato mi permeto di informarli.
Sedia Elettrica

Tempo di sopravvivenza: 10 minuti La sedia elettrica fu introdotta negli USA nel 1888, in ragione della sua pretesa di maggiore umanità rispetto all'impiccagione, utilizzata in precedenza. La procedura con cui il condannato viene ucciso è la seguente: dopo che il detenuto è stato legato alla sedia, vengono fissati elettrodi di rame inumiditi alla testa e ad una gamba (che sono state rasate per assicurare una buona aderenza). Potenti scariche elettriche, applicate a brevi intervalli, causano la morte per arresto cardiaco e paralisi respiratoria: un elettricista, agli ordini del boia, immette la corrente per la durata di due minuti e diciotto secondi variando il voltaggio da 500 a 2000 volt, altrimenti il condannato brucerebbe. Il procedimento procura effetti visibili devastanti: il prigioniero a volte balza in avanti trattenuto dai lacci, orina, defeca o vomita sangue, gli organi interni sono ustionati, si sente odore di carne bruciata. Benché lo stato di incoscienza dovrebbe subentrare dopo la prima scarica, in alcuni casi questo non accade: a volte il condannato è solo reso incosciente dalla prima scarica, ma gli organi interni continuano a funzionare, tanto da rendere necessarie ulteriori scariche.

Riporto ora due particolari casi di detenuti sottoposti alla sedia elettrica:

Willie Francis: 17enne nero, condannato nel 1946, sopravvissuto al primo tentativo di ucciderlo. Un testimone oculare disse: "Ho visto il boia che accendeva l'interruttore ed ho visto le labbra del prigioniero gonfiarsi, il suo corpo teso e stirato. Ho sentito l'incaricato gridare al suo collega di mandare più succo [elettricità] quando ha visto che Willie Francis non moriva e il collega rispondere che stava mandando tutta la corrente elettrica che aveva. Allora Willie gridò: 'Toglietemela, fatemi respirare!'. Successivamente ha detto di aver sentito un bruciore nella testa ed alla gamba sinistra, di essere saltato contro le cinghie e di aver visto puntini blu, rosa e verdi".Fu messo a morte un anno più tardi, con successo.

John Louis Evans: giustiziato nell'aprile 1983, è stato dichiarato ufficialmente morto - secondo quanto riferito dai testimoni oculari - soltanto dopo tre distinte scariche di 1900 volt ciascuna, per una durata complessiva di oltre quattordici minuti.

LA CAMERA A GAS



Tempo di sopravvivenza: 8-10 minutiQuesto metodo di esecuzione fu introdotto negli USA negli anni '20, ispirato dall'uso di gas venefici durante la prima guerra mondiale e dal largo impiego del forno come metodo di suicidio.Il prigioniero viene fissato ad una sedia in una camera stagna. Uno stetoscopio fissato al suo torace viene collegato a cuffie che si trovano nella stanza adiacente, dove stanno i testimoni, in maniera tale che un medico possa controllare il progredire dell'esecuzione; nella camera stagna viene quindi liberato gas cianuro che uccide il condannato. La morte avviene per asfissia: il cianuro inibisce l'azione degli enzimi respiratori che trasferiscono l'ossigeno dal sangue alle cellule del corpo. Lo stato di incoscienza può subentrare rapidamente, ma l'esecuzione durerà più a lungo se il prigioniero tenta di prolungare la propria vita trattenendo il fiato o respirando lentamente. Così come avviene con gli altri metodi di esecuzione, gli organi vitali possono continuare a funzionare per un breve periodo, a prescindere dal fatto che il prigioniero sia cosciente o meno.

Riportiamo ora un particolare caso di un detenuto sottoposto alla camera a gas:Jimmy Lee Gray: giustiziato nel Mississippi il 2 settembre 1983. Le sue convulsioni sarebbero durate otto minuti, nel corso dei quali il prigioniero avrebbe ripreso fiato undici volte, sbattendo ripetutamente la testa contro un palo che si trovava dietro di lui. Alcuni testimoni hanno dichiarato che Gray non aveva l'aria di essere ancora morto, nel momento in cui i funzionari del carcere li hanno invitati ad uscire.

L' iniezione letale


Tempo di sopravvivenza: 6-15 minuti Introdotta in Oklahoma e Texas nel 1977; la prima esecuzione fu in Texas nel dicembre 1982. Comporta un'iniezione endovenosa continuata di una dose letale di un barbiturico ad azione rapida (pentothal) in combinazione con un agente chimico paralizzante. La procedura assomiglia a quella utilizzata per effettuare un'anestesia totale. In Texas viene usata una combinazione di tre sostanze: un barbiturico che rende il prigioniero incosciente, una sostanza che rilassa i muscoli e paralizza il diaframma in modo da bloccare il movimento dei polmoni e un'altra che provoca l'arresto cardiaco.C'è chi dice che questo sia il metodo di esecuzione più umano, invece possono esserci anche gravi complicazioni: l'uso prolungato di droghe per via endovenosa da parte del prigioniero può comportare la necessità di andare alla ricerca di una vena più profonda per via chirurgica; se il prigioniero si agita, il veleno può penetrare in un'arteria o in una parte di tessuto muscolare e provocare dolore; se le componenti non sono ben dosate o si combinano tra loro in anticipo sul tempo previsto, la miscela si può inspessire, ostruire le vene e rallentare il processo; se il barbiturico anestetico non agisce rapidamente il prigioniero può essere cosciente mentre soffoca o mentre i suoi polmoni si paralizzano.


Riportiamo ora un particolare caso di un detenuto sottoposto all'iniezione letale:James Autry: giustiziato il 14 marzo 1984. La prima esecuzione era prevista per il novembre 1983: Autry era già stato legato alla barella e stava subendo la prima fase del procedimento - una soluzione salina veniva introdotta nelle sue vene - quando l'esecuzione è stata sospesa.Dopo la "seconda" esecuzione, un testimone oculare riferì che il condannato impiegò almeno dieci minuti a morire e per buona parte del tempo era cosciente, si muoveva e si lamentava del dolore. Un medico della prigione presente all'esecuzione ha riferito in seguito che l'ago si era occluso, rallentando così i tempi dell'esecuzione.
La Garrota


Tempo di sopravvivenza: 25 minuti Consiste in una panchina sulla quale viene fatto sedere il condannato che si appoggia ad un palo intorno al quale passa un cerchio di ferro che lo stringe alla gola; una manovella a vite stringe sempre più il cerchio finché sopravviene la morte per strangolamento, mentre un cuneo di ferro provoca la rottura delle vertebre cerebrali. Usata in Spagna fino a pochi decenni fa.


L'ippiccagione

Tempo di sopravvivenza: 8-13 minuti Nell'impiccagione la perdita di coscienza è quasi immediata; la morte avviene rapidamente per asfissia, ad opera di un cappio posto attorno al collo e fissato ad un sostegno per l'altro capo. Il peso del corpo, abbandonato nel vuoto o inclinato in avanti, grava sul cappio, ne determina la chiusura e la conseguente azione comprimente sulle vie respiratorie.L'impiccagione lascia vari segni, sia interni che esterni: il condannato diventa cianotico, la lingua sporge in fuori, i bulbi oculari escono dalle orbite, vi è un solco alla cute del collo; ci sono inoltre lesioni vertebrali e fratture interne.



Fucilazione



Tempo di sopravvivenza: incerto La sentenza viene eseguita da un plotone composto da un numero di fucilieri che varia da sei a diciotto; non tutte le armi sono cariche. Dopo che il condannato (o i condannati) ha ricevuto la prima scarica all'ordine dell'ufficiale che comanda il plotone, quest'ultimo gli si avvicina e gli spara alla tempia o alla nuca: è il colpo di grazia.Ecco il parere di padre Joseph Vernet, ex cappellano delle esecuzioni in Francia:
"La coscienza, nonostante il colpo di grazia, resta ancora a lungo; questo metodo è tra i più barbari. Infatti l'esecuzione si compie la mattina all'alba, in un fortino militare, lontano dagli occhi di tutti".


La Ghigliottina


Tempo di sopravvivenza: 1-2 minuti Macchina per decapitazione, così chiamata dal nome del fisico francese Joseph-Ignace de Guillotin, che ne propose l'adozione nel 1789: siccome la decapitazione era considerata il metodo di esecuzione meno doloroso e più umano, Guillotin suggerì la costruzione di una macchina apposita.Essa consiste di due travi parallele issate verticalmente, incavate al centro e unite in alto da una traversa, e di una lama obliqua, legata con una fune alla traversa. Il condannato pone il collo in una struttura tipo gogna dalla quale passerà la lama obliqua; liberata la fune, la lama scivola lungo le due travi e cade sul collo del prigioniero, tagliandogli di netto la testa, che cade nel cesto posto davanti alla ghigliottina. Essa fu impiegata soprattutto durante la rivoluzione francese.
















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