Feci questo scatto alcuni mesi fa mettendolo in un progetto che allora chiamai “Appunti tra finzione e realtà”. Avevo in mente una serie d’immagini apparentemente scollegate tra loro legate soltanto dal fatto che tutte presentavano questo viraggio e un titolo. Mettevo i titoli a seconda dell’associazione d’idee come se le immagini fossero una sorta di “post it”. Strada facendo sono cambiate un po’ di cose. Questo progetto è rimasto nel cassetto, non ne ho più fatto nulla, non ho nemmeno riaperto le foto. In questi giorni ho incontrato un libro: “L’amore con Erode” di Costanza Caglià. Costanza è stata internata al manicomio di San Salvi (Fi) quasi 50 anni. Costanza ha scritto un diario. Il diario del suo amore, vero e immaginario, con Erode, al secolo Torello Vannucci anche lui internato trent’anni al San Salvi. Costanza, con augurale preveggenza scriveva sulle pagine del diario: “ il nostro amore resterà celebre e immortale così come io lo vedo con i miei occhi velati di mistero” Così è “L’amore con Erode” un piccolo libro pubblicato nel 1981 dalla Libreria delle Donne.
Costanza con “delirante” amore ha scritto questo fiume di parole. Ha trasformato un piccolo pupazzo di zucchero, “panciuto con la barba rossa” in Bonzino, il figlio nato dal loro amore. Costanza è morta nel 1999 ed è stata seppellita con Bonzino, consumato, ormai trasformato in un feticcio lordo di zucchero. E’ morta l’8 di marzo. Così pensando a Costanza mi è venuta in mente la festa della donna e questa foto. Questa immagine da “follis” vorrei che si trasformasse in una frase che Costanza ripete più volte quando la legano al letto del manicomio: “io a letto non ci so stare perché ho il cuore che cammina”.
A tutte le donne affinché il non siano più “legate ai letti”, affinché siano libere.
Buon 8 marzo.
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