Paolo è uno psicanalista, specializzato all'istituto C.G. Jung di Zurigo, che ha sempre posto al centro della sua riflessione i rapporti tra mondo interno e mondo esterno, sia nella pratica analitica che nel lavoro nelle istituzioni, che dopo Milano, ha portato avanti ad Arezzo, Firenze, Prato. Direttore dal 1969 della rivista Fogli d'informazione, presiede dal 1994 la Società Italiana di Psicoterapia Concreta. Tra i suoi libri ricordiamo: Norma e Antinorma, esperienze di psicanalisi e di lotte antistituzionali, Feltrinelli, 1979; La Rinascita delle dee, Metis, 1991; Psicoanalista senza muri; Portolano di Psicologia; Un sagittario venuto male e forme di vita, due raccolte di supervisioni, Centro di Documentazione di Pistoia 1989, 1994, 2002, 2004. Con Maria Pia Teodori ha da poco concluso il saggio: Afrodite, psicologia di un mito. Lavora a Firenze come analista privato e si occupa di formazione.
E' una vita che mi occupo di simboli, di ciò che sconfina con l'infinito o lo racchiude in un segno. Jung li chiama archetipi, orme che si ripetono dal passato, nell' inconscio collettivo, e che hanno il potere misterioso di plasmare il presente, le nostre vite.
La pietra rappresenta perfettamente queste essenze perché cambia forma senza cambiare sostanza. Era inevitabile che ci incontrassimo. Da qui le Grandi Madri, gli Dei, i Guerrieri, le Amazzoni, che silenziosi ci attraversano nella quotidianità con il loro carico di affettività, di senso, di progettualità imprevedibili.
Per questo ho scelto come palcoscenico il mio quartiere, le botteghe, le vetrine i volti amici degli ultimi 30 anni, per me, per le persone che mi sono care.
C'è stato un tempo in cui arte e vita, estetica e cultura popolare hanno convissuto felicemente. Raccontano che sia stato alla fine del '500, proprio qui, a Firenze.
Percorrere e ripercorrere il quartiere, per esporre le statue nelle vetrine, mi ha permesso di riscoprirlo, insieme ad insospettabili interessi artistici, curiosità, voglia di partecipare ad una invenzione collettiva. Che sia questa l'anima segreta, profonda, più vera di questa città?
Paolo Tranchina
La pietra rappresenta perfettamente queste essenze perché cambia forma senza cambiare sostanza. Era inevitabile che ci incontrassimo. Da qui le Grandi Madri, gli Dei, i Guerrieri, le Amazzoni, che silenziosi ci attraversano nella quotidianità con il loro carico di affettività, di senso, di progettualità imprevedibili.
Per questo ho scelto come palcoscenico il mio quartiere, le botteghe, le vetrine i volti amici degli ultimi 30 anni, per me, per le persone che mi sono care.
C'è stato un tempo in cui arte e vita, estetica e cultura popolare hanno convissuto felicemente. Raccontano che sia stato alla fine del '500, proprio qui, a Firenze.
Percorrere e ripercorrere il quartiere, per esporre le statue nelle vetrine, mi ha permesso di riscoprirlo, insieme ad insospettabili interessi artistici, curiosità, voglia di partecipare ad una invenzione collettiva. Che sia questa l'anima segreta, profonda, più vera di questa città?
Paolo Tranchina
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