domenica, dicembre 17, 2006

Tedes De Bois

Il ritmo trascina piacevolmente quattordici brani cantati in italiano su un variegato tappeto jazz, pop, rock, folk. “Pace e male (L’amore e la rivolta / il Manifesto, 2004)”, il doppio cd dei Têtes de Bois, pubblicato a due anni di distanza dal fortunato cd “Ferré, l’amore e la rivolta” (La mémoire et lamer / il Manifesto, 2002) si specchia nelle atmosfere da Campo de’ Fiori, ma anche in scorci di una Berlino e di una Parigi per nulla epiche. Il sound sembra sospeso nel tempo e abbraccia atmosfere gradevolmente jazz rock, citazioni di musettefrancese, divagazioni e pensieri. C’è molta varietà, ci sono tante poetiche intuizioni in questo ottimo album. Têtesde Bois, che nel 2002 vinseroal Premio Tenco la Targa come Migliori interpreti, affrontano con più decisione rispetto al passato un po’ tutti i sound che in oltre dieci anni di carriera (fanno musica dal 1992) hanno sperimentato. Eil risultato è sorprendente. Ascoltando le originali creazioni della Laband romana, ci si riappropria della migliore sensibilità popolare. E questa una canzone d’autore che si specchia nella strada, scivola via liscia, avvolgente (e simpatica), attraverso suoni, rumori, disturbi, umori, sudori e pensieri leggeri.
Andrea Satta alla voce, Carlo Amato al contrabbasso, basso, computer e campionamenti, Luca De Carlo alla tromba, Angelo Pelinial pianoforte, fisarmonica, tastiere, Maurizio Pizzardialle chitarre, Fabio Lauteri alla comunicazione, Raniero Terribili alla fonica e Anna Maria Piccoli alle architetture umane (fin dalla formazione il gruppo ci tiene a sottolineare di essere un collettivo multiforme) hanno realizzato davvero un’interessante progetto con questo “Pace e male”, che si esalta anche nelle collaborazioni di compagni d’avventura (Paolo Rossi, Daniele Silvestri, Mauro Pagani, Antonello Salis, Gianni Mura, Davide Cassani, Arnoldo Foà, Marco Paolini) innamorati di questa sperimentazione, presi col gioco e la passione nel gorgo della musica intelligente. E’ un sound pulsante, vorticoso, poi di colpo melanconico quello dei dei Têtesde Bois. E le loro canzoni impastate di parole e suoni catturati nei luoghi del quotidiano, del transito, assorbono segnali e ci rimandano un lavoro aperto alle sollecitazioni e alle inquietudini.


powered by ODEO

Nessun commento: