giovedì, settembre 07, 2006

Baudelaire " A una passante"


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...una bella canzone di B-Leo Ferre con le parole della Poesia di Baudelaire
A UNA PASSANTE
Di CHARLES BAUDELAIRE



Ero per strada, in mezzo al suo clamore,
esile e alta, in lutto, maestà di dolore,
una donna è passata. Con un gesto sovrano
l'orlo della sua veste sollevò con la mano.

Era agile e fiera, le sue gambe eran quelle
d'una scultura antica. Istupidito
bevevo nei suoi occhi vividi di tempesta
la dolcezza che incanta e il piacere che uccide.

Un lampo ... e poi il buio ! - Bellezza fuggitiva
che con un solo sguardo mi hai chiamato da morte,
non ti vedrò più dunque che al di là della vita,

che altrove, là, lontano - E tardi e forse mai ?
Tu ignori dove vado, io dove sei sparita;
So che t'avrei amata, e so che tu lo sai !

Artista doppio e cosciente della propria “doppiezza” di fondo –
versante tenebroso, tentazione al satanismo e alla distruzione;
versante luminoso, aspirazione all’ideale, a Dio, alla creazione,
duplici aspetti che riescono a coabitare soltanto nella sofferenza,
nella passione, nella noia e nell’ odio -, Baudelaire non si è
accontentato di essere un poeta in preda ai gemiti. Se - in quanto
romantico autentico - non ha parlato che di se stesso in tutto
ciò che ha scritto, ha cercato anche lucidamente di padroneggia-
re i poteri dell’arte, che il suo sguardo acuto di critico militante è
riuscito a cogliere più di ogni altro.

1 commento:

Anonimo ha detto...

DONNE DANNATE

Coricate sulla sabbia come armento pensoso volgono gli occhi verso l'orizzonte marino e i piedi che si cercano, le mani ravvicinate hanno dolci languori e brividi amari.
Le une, cuori innamorati di lunghe confidenze, nel folto dei boschetti sussurranti di ruscelli, vanno riandando l'amore delle timide infanzie e incidendo il legno verde dei giovani arbusti;

altre, camminano lente e gravi come suore attraverso le rocce piene di apparizioni, dove Sant'Antonio vide sorgere, come lava, i seni nudi e purpurei delle sue tentazioni;

e ve n'è che ai bagliori di resine stillanti, nel muto cavo di vecchi antri pagani, ti chiamano in soccorso delle loro febbri urlanti, o Bacco, che sai assopire gli antichi rimorsi.

Altre, il cui petto ama gli scapolari e nascondono il frustino entro le lunghe vesti, mischiano, nelle notti solitarie e nei boschi scuri, la schiuma del piacere e le lagrime degli strazi.

O vergini, o demòni, mostri, martiri, grandi spiriti spregiatori della realtà, assetate d'infinito, devote o baccanti, piene ora di gridi ora di pianti,

o voi, che la mia anima ha inseguito nel vostro inferno, sorelle, tanto più vi amo quanto più vi compiango per i vostri cupi dolori, per le vostre seti mai saziate, per le urne d'amore di cui traboccano i vostri cuori.
Charles Baudelaire