venerdì, febbraio 27, 2009

Il peschereccio

Ore 7. Il molo si stà svegliando piano piano. Una leggera brezza gelida culla le barche; si sente il sapore del mare.
Salire su un peschereccio è una bella sensazione, si percepisce la fatica, l'attesa di scoprire ciò che è rimasto nella rete. Una sorta di "sfida" tra l'uomo e la natura. Il sorgere del sole ti coglie al largo tra gli spruzzi e il lento borbottare del motore. E' un rito pescare, ci sono gesta, parole e odori che si ripetono inesorabili. Tirar su le reti, metro dopo metro, ogni tanto un pesce rimasto impigliato sembra voler gridare.
Issa! Issa! la fatica ha sopraffatto il freddo. Un metro, due, cento e la rete vuota o piena che sia si riaddormenta fino a sera sulla barca.
Tornare in porto tra il vocio della gente che aspetta il pesce, tra casse, pesatura e goliardia è come tornare ad Itaca.









































mercoledì, febbraio 11, 2009

L'uomo armato di fibbia catodica

Durante il ricovero a Volterra, Nannetti ha realizzato un “libro graffito” realizzato nel muro del reparto Ferri. Lungo 180 metri per un’altezza media di due, inciso con fibbie di panciotto, parte della divisa del matto di Volterra. In seguito realizzò un altro graffito sul passamano in cemento di una scala di 106 metri per 20 cm. Negli anni dell’internamento scrisse diverse cartoline mai inviate a parenti immaginari. Qui compare la firma Nanof o Nof, talvolta Nof4 e dichiarazioni d’identità. Nannetti si definisce: colonnello astrale, ingegnere astronautico minerario, scassinatore nucleare. I testi di Nannetti raccontano di conquiste di stati immaginari da parete di altre nazioni immaginarie, di voli spaziali, di collegamenti telepatici, di personaggi fantastici, poeticamente descritti come alti, spinacei, naso ad Y, di armi ipertecnologiche, di misteriose combinazioni alchemiche, delle virtù magiche dei metalli, ecc. In seguito, fornito di carta e penna, produrrà circa 1.600 lavori. ( http://www.quadernidaltritempi.eu/rivista/numero6/biografia.htm )

Testo: Nannetti Fernando Oreste (N.O.F.4)

Fotografie e slide: Giacomo Saviozzi

Grazie a Diletta Saviozzi

martedì, febbraio 10, 2009