domenica, dicembre 28, 2008

Panfortata

Il "gioco del panforte" ha bisogno di pochi accessori: un "esemplare" robusto incartato alla vecchia maniera (non vanno bene quelli confezionati con le scatole di cartone), un tavolo sufficientemente lungo e un arbitro dotato di metro "a stecca". I giocatori, divisi in squadre, lanciano a turno il panforte sul tavolo cercando di arrivare il più vicino possibile al bordo opposto, il giudice prende la misura e si passa al giocatore successivo, fino alla fine del turno. Si attribuisce il punto chi, all'interno del turno, si avvicina di più al bordo. Se il panforte esce il tiro è nullo. Se il medesimo supera il bordo rimanendo però sul tavolo allora si tratta di una "capanna" e la nuova misura da superare diviene quest'ultima. Si continua a oltranza, fissando un punteggio da raggiungere da parte della squadra.













































domenica, dicembre 14, 2008

Auguri e riflessioni

Quest’anno per me è stato un anno importante per la mia carriera.

Ho pubblicato a marzo 2008 un libro “L’interruttore del buio”, un reportage fotografico negli ex Ospedali Psichiatrici a trent’anni dalla legge 180, con la prefazione di Paolo Crepet, Silvano Agosti presentandolo in giro per l’Italia: Volterra, Cagliari, Vercelli, Genova, Firenze, Pisa, Milano, Livorno, Pistoia, Pescia, S.Croce sull’Arno, Napoli, Bologna. La mostra e il DVD “l’interruttore del buio” hanno accompagnato una stagione di concerti del gruppo folk Apuamater, le fotografie esposte a Milano, Genova, Volterra, Pistoia, Pisa, Firenze, Cagliari, hanno ricevuto importanti riconoscimenti come il secondo premio al concorso nazionale “Fuori dove?” con presidente della giuria Gianni Berengo Gardin. Sono state ospitate nella galleria Vision Quest di Genova e a Genova Quarto in occasione della collettiva “Collettivo 180” con la partecipazione di importanti artisti come: Vasco ASCOLINI, Gianni BERENGO GARDIN, Giorgio BERGAMI,Bruno CATTANI, Enzo CEI, Carla CERATI, Mario DONDERO, Michele D’OTTAVIO, Claudio ERNÈ, Uliano LUCAS, Christian MARTINELLI, Giordano MORGANTI, Giovanni SESIA, Massimo STEFANETTI, Filippo URBINI il cui catalogo è stato curato da Boggiano.

Importanti interviste su quotidiani come La Nazione, interviste radiofoniche, Psicoradio di Bologna, Radiopopolare, emittenti televisive. Le mie interviste sono apparse su importanti riviste di settore e non come FOTOIT organo ufficiale della FIAF, Quaderni d’altri tempi, Nuoveartiterapie direttore Il prof. Oliviero Rossi docente della PONTIFICIA UNIVERSITÀ ANTONIANUM. Le mie immagini hanno illustrato importanti pubblicazioni come la rivista Antipodi.

Ho iniziato un importante collaborazione alla realizzazione di un documentario con la regista della BBC Susan Steimberg, conosciuto e fotografato personaggi importanti: il critico e storico dell’arte Prof. Gillo Dorfles, lo Psichiatra Prof. Paolo Crepet, il regista e attore Silvano Agosti, gli attori e registi Ascanio Celestini e Alessandro Benvenuti, musicisti come Alessio Lega, gli Apuamater, Simone Cristicchi.

E’ stato un anno d’incontri sul tema della Psichiatria in Italia, ho conosciuto ex utenti, familiari, medici, infermieri. La gente comune che veniva alla presentazione del libro, firmato autografi.

Un’ anno per certi aspetti spettacolare, forse la realizzazione di un sogno, forse la “giusta” ricompensa per un buon lavoro, non lo so.
Quello che so che è stato un anno molto bello che sta finendo come ormai è finita l’avventura del libro. Le copie sono state vendute tutte, le presentazioni ormai soltanto un paio. In questi giorni ho tirato un po’ le somme. E come spesso accade in questi casi viene un po’ di malinconia. E’ come se un figlio che hai accudito passo passo fosse improvvisamente cresciuto e avesse deciso di scegliere la sua strada e andar via di casa. Adesso in un certo senso mi sento un po’ più orfano.
Quando finisce un progetto ce n’è sempre uno nuovo alle porte, nuove idee. Ancora notti insonni a scrivere a pensare a come fare le foto, sceglierle, ricostruire. L’incertezza poi di ciò che hai fatto, “funzionerà, saranno belle, piaceranno oltre che agli amici agl’altri?” . Si ricomincia a cercare nuovi contatti, telefonate, incontri.

Tutte le volte che devo fare qualche cosa di nuovo ho l’angoscia, un mix d’angoscia da prestazione e incertezza sul futuro.

Da gennaio ricomincio a fotografare per un nuovo progetto editoriale che mi coinvolge emotivamente e artisticamente. Una nuova scommessa. Nel frattempo guardo andare via il vecchio.

Sotto queste feste mi sono chiesto che regalo avrei potuto fare agli amici. Ad alcuni, quelli più vicini geograficamente e affettivamente ho deciso di regalare la stampa di un mio scatto, tratto dal libro, un loro ritratto o altro. A quelli più lontani, di cui a volte non conosco nemmeno l’indirizzo, avevo pensato di mandare o per posta o email una cartolina tratta da una mia foto un po’ come fanno le aziende del pollo. Mi è sembrata un idea che non funzionava…troppo complicato. Allora ho deciso di caricare su un host una fotografia tratta dal libro ( a tal proposito ringrazio lo staff del sito Micromosso.com che l’ha ospitata sul proprio server), una di quelle premiate da Gianni Berengo e presente nel “colletivo 180” dargli il “suo” titolo “l’Ultimo ospite” firmarla e dar la possibilità a gli amici, a chiunque voglia e che non posso raggiungere di scaricarla ad alta definizione f.to 30x40.

Spero sia gradita con gli auguri di buone feste e felice anno nuovo.

Giacomo Saviozzi.

Per scaricare la foto basta cliccare il link:

http://www.micromosso.com/public/saviozzi.zip

mercoledì, dicembre 10, 2008

lunedì, dicembre 08, 2008

Breve studio sul volo dei gabbiani

Vincenzo Cardarelli

Gabbiani

Non so dove i gabbiani abbiano il nido,
ove trovino pace.
Io son come loro,
in perpetuo volo.
La vita la sfioro Com'essi l'acqua ad acciuffare il cibo.
E come forse anch'essi amo la quiete,
la gran quiete marina ,
ma il mio destino è vivere balenando in burrasca.











Ancora una volta, in Cardarelli, è lo spettacolo della natura ad essere un pretesto per iniziare una meditazione esistenziale. Il poeta guarda il volo dei gabbiani e pensa alla propria vita, paragonando se stesso a quel vagar perpetuo degli uccelli. Cardarelli non conosce la meta dei gabbiani, li vede sempre in movimento : " Non so dove i gabbiani abbiano il nido/ove trovino pace".Il volo senza sosta degli uccelli è incredibilmente simile a quella che è la sua vita: i gabbiani, quindi, come simbolo, metafora, di se stesso.La lirica testimonia la dolorosa condizione di chi si avvicina alla felicità, senza afferrarla mai concretamente :"La vita la sfioro/ com'essi l'acqua ad acciuffare il cibo."La propria esistenza è come il mare: inafferrabile ed instabile.Il grido di Cardarelli è quello di chi vorrebbe vivere con serenità il proprio cammino, ma : " Il mio destino è vivere balenando in burrasca".E' quindi la forza bruta e misteriosa del destino a vincere quelli che sono i suoi desideri. Negli ultimi versi Cardarelli evidenzia la differenza che c'è tra lui ed i gabbiani: " E come forse anch'essi amo la quiete,/la gran quiete marina ,/ma il mio destino è vivere/ balenando in burrasca" .I gabbiani, infatti, rispondo ad una necessità puramente vitale, mentre il poeta si sente condannato ad una condizione di precarietà.In questi versi racconta l'ansia della sua vita, il suo vagar alla ricerca della serenità.Il linguaggio adottato è limpido, i periodi brevi e concisi. Il metro usato è composto prevalentemente da endecasillabi e settenari. "Gabbiani" è tratto da "Poesie", del 1942








sabato, dicembre 06, 2008

bevo negroni

La frase sotto la foto non è mia...ma del soggetto :-)